CoronaVirus o COVID-19 come risorsa sociale. #Contaminiamocidibene
Il covid-19 è il prevaricatore invisibile, che insegna e modella una nuova società, o meglio, una nuova comunità, locale, regionale, nazionale e mondiale, di individui. Con il coronavirus, finisce un decennio incentrato socialmente su egoismi, prepotenze e prevaricazioni.
Ricordate i richiami comunitari ecologisti, ambientalisti e di sostenibilità di Greta Thunberg? Colei che lanciò lo slogan Skolstrejk för klimatet «sciopero scolastico per il clima», con i giovani come rivoluzionari del proprio futuro, desiderosi di nuovi principi, comportamenti e valori.
Richiamava, per molti in modo fastidioso, un senso di comunità, troppo spesso perduto a favore di individualismi, interessi, violazioni, soprusi.
Adesso è arrivato obbligatoriamente, grazie ad un’epidemia contagiosa, il tempo di sottolineare i come, dove, perché e in quanto tempo viviamo la quotidianità e con quali comportamenti. Come vivi, lavori, ami. Dove sei, con chi e per cosa. Perché vivi o lavori, con quali principi, valori e scopi. Tutto scorre, ma non per sempre. Il Coronavirus ricorda che siamo mortali, fallibili e di passaggio. Nulla è eterno. Tutto si trasforma. Ecco che il “come” viviamo necessita di pensiero. Questo fa nascere un nuovo fare. Fare per sé, ma in relazione con altri. Altri significativi con cui e da cui dipende il nostro futuro. Adesso, possiamo far nascere una nuova contaminazione positiva di intenti opinioni, bisogni e risultati, sia in campo affettivo, sia in campo professionale.
Perché il covid-19 diventa una risorsa sociale? Per sottolineare e dare valore alla vita quotidiana e a tutti i suoi bisogni semplici e più veri.
Facciamo degli esempi concreti di elementi che cambiano la visione della vita.
L’amicizia, come elemento attraverso il quale sentirsi vivi in un confronto privo di ruoli e sovrastrutture mentali. L’amicizia come sentimento che ti permette di stare attaccato alla realtà. L’amicizia come confronto fraterno e libera da vincoli. L’amicizia come libertà di esserci.
L’amore come nido indissolubile, senza il quale niente avrebbe senso. L’amore come forza rigeneratrice. L’amore nel rapporto di coppia. L’amore verso i figli e la consapevolezza di aver già dato e che spetta a loro essere responsabili, anche di proteggere gli anziani, elementi fragili rispetto al coronavirus. Il rapporto di amore profondo tra nipoti e nonni, in questo momento biologicamente a rischio per la salute dei nonni. Perché i nipoti sono diffusori asintomatici e quindi portatori del contagio Sars-Cov-2, denominazione ufficiale del coronavirus.
Annoiarsi, in questo tempo di stop obbligato, come responsabilmente imposto dal governo Conte, per ripensare sé stessi e per crescere con un nuovo equilibrio. Oziare per pensare e ridefinire i sogni ad occhi aperti e agire per progettarli. Annoiarsi per decidere di cambiar vita o stile di vita. Annoiarsi per non fare, per non agire, ma pensare. Quanti bambini, giovani ed ex giovani ne hanno bisogno?
Se continui solo a fare non pensi e se non pensi, ti ritroverai prima o poi a non sapere cosa stai facendo.
Batteri, degli esseri microscopici che ci possono uccidere, ci fanno cambiar vita, ci obbligano a fare i conti con la nostra libertà individuale e collettiva. Batteri che generano sentimenti destabilizzanti per molti. Ansia, angoscia, fobie, panico, ossessioni, perché non si vedono, e la percezione del come si possano veicolare è soggettivamente indefinibile. Praticamente un nemico invisibile, un nemico come l’aria, senza sapore, senza colore, senza forma, con cui non puoi combattere e non puoi tenerlo lontano e al di fuori di te, del tuo confine personale e sociale. Un virus, “giustiziere” invisibile, che attacca, un’epidemia, una pandemia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Comunità, come luogo chiuso della sicurezza, come lo chiama Roberto Escobar oppure l’orizzonte del domestico come lo chiama Ernesto de Martino, dove l’esserci d’ognuno sta come centro di operabilità utilitaria, come centro di fedeltà alle sicurezze passate, trasformate in agevoli abitudini e come centro di iniziativa per istituire, secondo principi del qui ed ora, una nuova sicurezza prevalente della quale la nuova comunità avrà bisogno. Comunità come luogo in cui vivere, condividere e crescere. Una comunità di individui che si incontrano, se possono e appena il coronavirus lo permetterà, creeranno una nuova comunità di persone. Una nuova polis previdente.
Economia e cultura del lavoro, fatta da artigiani, impiegati, insegnanti, professionisti, imprenditori, commercianti, uniti da un solo obiettivo: essere partecipi e proattivi del proprio tempo, insieme per un’utilità sociale. Un nuovo valore anche dell’economia e del suo significato. Riprenderemo i principi schumpeteriani pubblicati su “Capitalismo, socialismo e democrazia” (1942) e straordinariamente attuali. La “distruzione creatrice”, anche nota come burrasca di Schumpeter, è un concetto delle scienze economiche che ci insegna che avremo nuovamente degli “animi fieri”, pronti ad investire e scommettere sul futuro, italiano ed europeo.
Isolamento, #iorestoacasa, come momento elitario. Come recitava la canzone “Albachiara” di Vasco Rossi “Tu sola dentro la stanza …e tutto il mondo fuori”, una ridefinizione di sé stessi e della conoscenza più intima. Un isolamento forzato e indotto da regole istituzionali esterne all’individuo. Rimanere a casa come senso di responsabilità verso sé stessi ed i propri affetti. Rimanere a casa per proteggere gli altri. Rimanere a casa come solidarietà collettiva. Rielaborare la paura in questa fase di isolamento, per definire un nemico esterno. Scoprire l’esperienza del lavoro agile, smart working, home working e tutto un mondo nuovo ed efficiente. Uscire da questa fase di spaesamento con un’esperienza nuova e arricchente, mentre stai in casa e mantieni vivi i tuoi affetti, il rapporto con i figli mentre sono a casa e in studio on line. Coronavirus è un’opportunità di tornare ad essere padroni del nostro tempo.
Umanità e vulnerabilità sono elementi messi a dura prova in questo momento storico a livello mondiale. Farsi prendere da istinti, impulsività ed emotività non aiuta nessuno. Ragionare è il primo passo per saper preservare innanzitutto la biologia degli individui, poi la psiche, poi il corpo nel suo insieme. Il vaccino arriverà e solo a qual punto, forse, potremo parlare di una delle tante influenze sugli umani.
La limitazione che stiamo vivendo, dei nostri spazi, del nostro tempo, delle relazioni, ci fa capire quale ricchezza abbiamo e non sappiamo più apprezzare. Un paradosso proprio vero. Come diceva Immanuel Kant: “si conosce il valore dell’acqua quando il pozzo è vuoto”.
Un Abbraccio a Te
#ContaminiamocidiBene
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©️Toti Licata – Il Sarto delle Relazioni
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